Torino, 1957. Achille e Giovanni Battista sono due giovani fratelli di 24 e 18 anni.
Da anni condividono la passione per le telecomunicazioni, e nel tempo hanno trasformato la loro camera in una vera e propria stazione radio.
Ancora non lo sanno, ma tra poco inizierà per loro un’avventura incredibile, che li renderà celebri ma anche facili bersagli, in piena guerra fredda, delle due superpotenze mondiali: Unione Sovietica e Stati Uniti.

Erano gli anni della corsa allo spazio. Stati Uniti e Unione Sovietica iniziarono i primi tentativi di conquista del cosmo, lanciando satelliti e veicoli spaziali, cercando di prevalere l'uno sull'altro e dimostrare in questo modo la propria superiorità nei confronti del resto del mondo. Tutto iniziò proprio il 4 ottobre 1957, quando l’Unione Sovietica riuscì per prima a inviare in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik I.
E’ in quel giorno che, come lo stesso Achille ricordava nel 2013, questa avventura ebbe inizio.

Io di solito dico e mi metto in dedica sui libri, un'avventura vissuta fra le stelle perché realmente abbiamo vissuto fra le stelle. Ma come è cominciata questa avventura? E cominciata in una maniera abbastanza banale. Noi stavamo studiando, si fa per dire, perché essendo stati radioamatori avevamo in camera ricevitori, trasmettitori, antenne sul terrazzo. Quindi avevamo già un'attrezzatura, un'attrezzatura per radio, ascolto e trasmissione come radioamatori, frequenze. Fra l'altro è questo lo dico per gli appassionati di questa materia. Le frequenze erano molto russe, erano molto simili a quelle dei radioamatori. E un piccolo inciso, però, che penso possa essere una curiosità. Stavamo studiando quando la radio era accesa. Ad un certo punto la Rai interrompe la sua trasmissione, entra in edizione straordinaria e dice I russi hanno messo in orbita il primo satellite artificiale. Si chiama Sputnik Primo, che significa compagno di viaggio. Ruota attorno alla Terra con un periodo di circa 1 ora e mezza. Era circa 1 ora e mezza e trasmette e questa è stata la buccia di banana per i sovietici e ha dato le frequenze 20:40 mega cicli adesso approssimative, per cui io e mio fratello, che ci siamo bloccati sui libri che stavamo studiando, eravamo praticamente. Questo è il quattro ottobre 57, eravamo alla vigilia della sessione autunnale dell'università, quindi eravamo ormai pronti per gli esami. Invece abbiamo dovuto sostenere un altro esame ed era questo esame dello spazio che è stato determinante per la nostra vita. Ci siamo guardati veramente, ci siamo guardati negli occhi, così come io guardo i telespettatori adesso e abbiamo detto proviamo. Sì, praticamente ci siamo capiti immediatamente, ma veramente un fulmine. Chiusi i libri e siamo partiti per siamo saliti in terrazzo, siamo saliti in terrazzo per sistemare le antenne. Logicamente la frequenza non era esatta, però le antenne si avvicinavano già molto a quella frequenza. L'abbiamo sistemata e abbiamo cominciato l'ascolto e nella notte abbiamo avuto il segnale dello scudo, il primo che è arrivato nella nostra camera da letto. Perché la sala d'ascolto allora era nella nostra camera da letto. E cominciata l'avventura.
Un mese dopo, secondo colpo ad effetto da parte dei sovietici. Il lancio dello Sputnik secondo a bordo la cagnetta Laika. E abbiamo ricevuto non solo il segnale del satellite, ma questa volta anche un rumore che a me, studente in medicina, allora non ancora laureato, ha dato l'impressione che si trattava di un rumore cardiaco, di un battito cardiaco. Comunque abbiamo chiamato il papà. Papà era medico, è venuto, ha ascoltato questa registrazione e poi ha deciso. Noi avevamo in casa un piccolo barboncino. Abbiamo preso il barboncino, mi ha sdraiato sul lettino. Il papà col phon endoscopio ha ascoltato il cuore del barboncino e ha detto Questo rumore che sento è molto simile a quello che voi avete registrato.
Facciamo un salto, un salto di qualche anno. Dal 57 arriviamo al 1961. 1961, mese di aprile. L'11 di aprile ci arriva una telefonata dall'Ansa. Ci telefona e senti a chi le guarda che in Germania, e come sempre dalla Germania, queste cose arrivano in Germania. Dicono che a Mosca sta per succedere qualcosa di grosso perché tutte le autorità stanno lasciando il Cremlino. Può essere un fatto economico, può essere un fatto politico, può essere anche un lancio spaziale. Ci siamo messi davanti ai ricevitori, eravamo seduti io e mio fratello. E in mezzo. Avevamo una persona che per noi è stata veramente un grosso aiuto. Nostra sorella è nostra sorella, allora aveva 15 16 anni, si sarebbe iscritta a lingue e io gli avevo detto Senti, tu non devi studiare lingue, ma devi studiare la lingua e la lingua era una sola, il russo. Quindi ci mettiamo all'ascolto, poi mandiamo a dormire nostra sorella. Noi abbiamo continuato per tutta la notte per farlo molto breve. Al mattino successivo di nuovo tutti e tre davanti ai ricevitori. Sempre Fruscio. E qui chiaramente i tecnici e gli amici che sono di radio ascolto sanno cosa vuol dire sentire il fruscio. Il fruscio è niente modulazione fruscio come mettersi davanti a un televisore? Questo per il pubblico senza immagini, la neve, quella che si dice la neve. C'è da diventar matti. Praticamente delle forme psichiatriche vengono fuori ed uditive e visive.
Quindi questo fruscio fruscio a un certo punto s'interrompe il fruscio, la frequenza si impegna e qui i tecnici capiscono cosa voglio dire. Si impegna, arriva una portante e sulla portante e la portante veicola una modulazione. La voce di un uomo. E sia per la frequenza su cui la ascoltavamo, sia per la lingua che con cui parlava. E poi, soprattutto per la presenza di una un fenomeno molto importante, la deriva Doppler. E abbiamo detto questo è un uomo pilota spaziale sovietico. A questo punto sono sceso, ho preso il telefono, ho chiamato Lanza Lanza. Cosa fa a quel punto? Sartorio registra quello che io gli ho detto, lo mette su telescrivente, lo batte a Roma. Ansa Roma riceve il messaggio, interrompe una relazione. Una cronaca che sta facendo. Ci è stato riferito. Stava facendo sulla presidenza, sulla riunione della presidenza del Consiglio Andreotti, presidente del Consiglio del giorno precedente. Interrompe la cronaca e entra col flash da Torino i fratelli Judica Corniglia. Poi più. Pochi minuti dopo ha mandato una macchina e gli abbiamo dato il nastro. Per cui la Rai ha passato non solo la notizia ma anche la voce. È stata la prima radio nazionale che ha passato la voce di Yuri Gagarin. Questo lo ricordo volentieri perché è stato per noi veramente uno dei più bei risultati.

E’ vero, i risultati raggiunti da Achille e Giovanni, sono straordinari, e attirano su di loro l'interesse della stampa italiana e internazionale.
I sovietici, a differenza degli americani, non annunciavano le proprie missioni, ma comunicavano al mondo l'esito delle missioni soltanto dopo la riuscita della missione stessa.
Questo per i fratelli rappresentava un problema perché non sapevano quando effettivamente si sarebbe svolto il lancio, ma era per loro una grande sfida da superare.
Erano sempre in allerta, pronti a captare le trasmissioni russe.
Dalla loro stanza da letto passarono ad allestire un vecchio bunker poco fuori Torino concesso loro gratuitamente dal comune, da lo ro rinominato Torre Bert, come sede del loro "centro di ascolto spaziale", e iniziarono ad essere corrispondenti fissi per la radiotelevisione svizzera.

Ma prima di arrivare a captare la voce di Gagarin, nei mesi precedenti i due fratelli registrarono suoni e voci inquietanti. Il 28 novembre del 1960 captarono un messaggio in codice Morse.
Un messaggio di SOS

Una richiesta di aiuto presumibilmente inviata da un cosmonauta su un velivolo in orbita che, secondo i calcoli, si stava allontanando dalla Terra.
Radio Mosca,qualche giorno dopo dichiarò che era stato messo in orbita un velivolo che sarebbe servito per le successive missioni umane.

Il 2 febbraio 1961 captarono un nuovo rumore preoccupante.
Un respiro affannoso, quasi un rantolo, ed il suono intermittente del trasponder in sottofondo. E’ possibile sentire anche un battito cardiaco, fino a registrare un rantolo e la fine del battito.

I due fratelli avevano registrato la morte di un cosmonauta in orbita intorno alla Terra?
Sempre un paio di giorni dopo i sovietici annunciarono il lancio di un velivolo spaziale senza equipaggio, rimasto in orbita per qualche giorno prima di disintegrarsi nell'atmosfera terrestre.

Ma è nel maggio 1961 che i due f ratelli fecero la registrazione più drammatica. Una voce di donna cercava di comunicare in modo disperato con la terra. Una voce allarmata.
Ho caldo, è sempre più caldo, grida la voce, fino a vedere delle fiamme. Chiede rassicurazioni, chiede se sta precipitando…

Un velivolo spaziale era bruciato nell'atmosfera terrestre con a bordo il suo equipaggio?

Le intercettazioni crearono molto scalpore. La notizia di que ste registrazioni arrivò fino a Mosca, che non solo ne smentirono totalmente la veridicità, ma avvio di fatto una vera e propria battaglia denigratoria nei confronti dei fratelli Judica Cordiglia, definendoli “Pirati dello Spazio” attraverso Radio Mosca, la radio sovietica che trasmetteva in tutto il mondo, compresa l’Italia.
L’interesse di Achille e Giovan Battista non era rivolto solo all’Unione Sovietica, ma anche agli Stati Uniti. Riuscirono addirittura a catturare sui loro nastri la voce di Jhon Glenn, il primo statunitense ad entrare in orbita attorno alla terra il 20 febbraio 1962, nella missione Mercury-Atlas 6. Come vi riuscirono la dice lunga sulla caparbietà dei due fratelli.
Come loro stessi raccontano, riuscirono ad individuare le frequenze, segretissime, che la Nasa avrebbe usato per le comunicazioni.
Questa è la loro testimonianza rilasciata nel 2007 per il documentario su di loro “Pirati dello Spazio”.

La NASA non ha voluto comunicare la lunghezza d'onda in quanto aveva paura di interferenze durante il volo da parte sovietica. A questo punto il problema doveva essere risolto perché naturalmente molti aspettavano di ascoltare la voce di Glenn. Però i fratelli erano dei duri a morire, per così dire, e le frequenze, in un modo o in un altro, riuscirono a procurarsele. A questo punto abbiamo passato in rassegna le decine di fotografie che l'ufficio stampa americano a Torino ci passava. Abbiamo trovato questa fotografia che rappresenta il recupero di una capsula Mercury simile a quella sulla quale avrebbe viaggiato John Glenn.
Sulla fotografia è ben visibile l'antenna distesa e poi si vedono quattro sommozzatori. Il nostro problema era ricavare la lunghezza di questa antenna. Ma su una fotografia non è possibile ricavare la lunghezza di un oggetto, in quanto bisogna avere una scala in merito. E allora ci siamo rivolti a nostro padre, che era docente di medicina legale all'Università di Milano. Nostro padre ci disse che era possibile ricavare dai visi dei sommozzatori un indice osseo. Gli indici ossei sono i più certi sul corpo umano l'indice bi zigomatico, e cioè l'indice che c'è, la distanza che c'è fra lo zigomo destro e lo zigomo sinistro.
Quindi ci chiede ad esempio come misura un centimetro. Noi riportiamo un centimetro sull'antenna e ricaviamo la misura dell'antenna sulla fotografia. A questo punto, siccome tutte le antenne sono calcolate a 1/4 della lunghezza d'onda, è stato sufficiente moltiplicare per quattro per conoscere la lunghezza d'onda con una certa approssimazione, ma che comunque ci identificava una banda di frequenze sulla quale probabilmente John Glenn avrebbe trasmesso.
Noi, preoccupatissimi di non riuscire a sentire la voce di Glenn, avevamo addirittura il console americano a Torino che aveva chiesto di partecipare, di venire, di assistere all'ascolto dicendo Naturalmente la posso fare io. La traduzione quindi era un'ansia nelle ansie cercate.
No, è lui che ha avuto il primo. Prime le prime parole, che poi sono state molto poche. Comunque le prime parole di Glenn è stato un urlo da tutti. Siamo andati a beccare l'unico top. Siena è stato poi l'unico top secret vero degli americani. Siamo riusciti a smontarlo come un giocattolo.

Nella loro avventura i due fratelli riuscirono anche ad essere ricevuti dalla Nasa, e in quell’occasione scambiarono con i loro ingegneri le frequenze di trasmissione sovietiche che avevano scoperto.
A questo punto il gioco inizia a farsi duro, e anche i servizi segreti russi iniziano a presentarsi a casa loro, spacciandosi per semplici giornalisti. Interviene anche il controspionaggio italiano, preoccupato per una situazione che potrebbe degenerare in un problema diplomatico.
Susseguono anni difficili, in cui la tensione della rivalità tra Mosca e Washington si riflette sull’equilibrio socio politico del mondo intero, finché poi, nel 1966, gli Stati Uniti riescono nella missione più epocale: lo sbarco dell’uomo sulla luna.
E’ con questo evento, che, come ricorda Achille, finisce la storia di Torre Bert.

Poi è seguita tutta la storia dello spazio. Tutti i vari i vari voli spaziali russi, le varie passeggiate nello spazio, tutti man mano la astronautica americana e i vari esperimenti Mercury, Gemini, Apollo fino allo sbarco sulla Luna. Lo sbarco sulla Luna è stato l'abbiamo seguito in diretta e indiretta perché noi eravamo corrispondenti della radiotelevisione svizzera praticamente con lo sbarco sulla Luna. La storia di Torre Bert si è conclusa e si è conclusa perché per due motivi prima di tutto ormai non c'era più mistero. Ormai il discorso era un discorso finito, un discorso che diventava normale perché era capitato un evento straordinario per il mondo, per noi veramente poco straordinario. L'arrivo dei computer saremmo stati dei galli che ripetevano per estremamente quello che i giornali, radio, televisione dicevano non eravamo noi a portare a raccontare, come abbiamo fatto in questi primi anni, la storia dell'astronautica, perché ci è stato detto, e questo è da grosse fonti giornalistiche che ci hanno seguito. E non ultima la Rai. Lo diciamo perché in effetti hanno fatto e hanno fatto questo questa dichiarazione e cioè che sì, grossi risultati. I russi e americani indiscutibilmente li hanno ottenuti. Però noi siamo stati quelli che abbiamo raccontato la storia dell'astronautica di quegli anni. Cioè, in sostanza, attraverso le nostre attrezzature abbiamo raccontato a voi, amici telespettatori, la storia dello spazio nei primi anni e i primi dei primi satelliti e dei primi astronauti che hanno volato prima attorno alla Terra e poi verso la Luna.

Da lì inizia l’era moderna delle spedizioni spaziali. Finiscono le intercettazioni dei fratelli, ma rimane il dubbio.
Il dubbio che l’Unione Sovietica abbia mentito e tenute nascoste numerose missioni in cui sarebbero morti cosmonauti senza nome e dimenticati dalla storia. Dei cosmonauti fantasma.
Ancora oggi non sappiamo se davvero le registrazioni siano reali comunicazioni di cosmonauti morti in missioni tenute segrete dai sovietici.
Con la caduta dell'Unione Sovietica buona parte del materiale secretato è stato rilasciato e poi analizzato.
Da quel materiale vengono fuori nuovi segreti, nuovi indizi, ma nessuna traccia di queste missioni suicide. Nessun militare ha mai parlato o scritto un memoriale che parlava di queste sfortunate missioni.
Secondo molti esperti è improbabile che di eventi così drammatici o importanti non sia rimasta traccia, né ci sia stata una testimonianza diretta.

Secondo Luca Boschini, che nel 2013 per il CICAP ha pubblicato il libro “Il mistero dei Cosmonauti Perduti”, la verità sarebbe ben diversa. Le intercettazioni dei fratelli sarebbero frutto di suoni male interpretati e avrebbero alimentato una vera e propria teoria del complotto.Ecco alcune sue riflessioni rilasciate nel 2014 a Paolo Amoroso.

La teoria cominciò a circolare ancora prima del primo volo di Gagarin già nel 1960 e le prime fonti sono di una agenzia stampa italiana continentale che affermava, attraverso alcune fonti dagli apparati di governo dei paesi che abitavano nell'orbita comunista, in Cecoslovacchia, in Bulgaria che girava voce che in Unione Sovietica avessero già lanciato dei cosmonauti in orbita. E quindi il fatto che poi l'Unione Sovietica non rivelasse la natura di questi cosmonauti lasciava presagire il fatto che qualcosa fosse andato storto. Un'altra delle prove che circolavano all'epoca è legata alle intercettazioni radio di due radioamatori torinesi, i fratelli Judica Corniglia, che all'epoca erano molto famosi proprio perché con i loro apparati intercettavano le comunicazioni radio che provenivano da oltrecortina e potevano fornire ai giornalisti delle notizie di prima mano, anche se, tenuto conto del fatto che la Russia rilasciava le informazioni col contagocce. E quindi qual è la notizia che cavalcava le prime pagine dei giornali? Ma le informazioni di prima mano non giungevano, quindi bisognava in qualche modo procurarsi un altro per vie traverse, diciamo così. L'idea che mi sono fatto è che ci sono una serie di concause che hanno portato alla nascita di questa teoria. La prima è la più importante, è legata al fatto che l'Unione Sovietica non lasciava quasi nessuna informazione. Le altre possibili informazioni erano dovute alle intercettazioni radio, però chiaramente in questo modo ci si è a molto complicato capire se i segnali raccolti provenissero effettivamente da voli spaziali o da altri motori.
E poi la terza fonte che poteva aggiungeva dai transfughi dell'Unione Sovietica persone fuggite oltre confine e che potevano raccontare quello che succedeva dall'altra parte. Questi erano tecnici di primo ordine e molto spesso erano persone che riferivano notizie per sentito dire o passate già da 2 o 3 mani. Io mi sono preso la briga di cercare di correlare tutte queste le date delle intercettazioni note con i lanci di satelliti, sia meteorologici, di comunicazioni sia stati spia, di cui oggi finalmente sappiamo tutte le caratteristiche avvenuti all'epoca. Effettivamente esistono un paio di registrazioni che potrebbero coincidere con dei lanci di satelliti spia americani. Perché poi questi satelliti dovessero emettere dei suoni così strani che potevano sembrare dei rantoli o dei respiri affannati? Non ho la più pallida idea, però questa è una possibile ipotesi in molti altri casi. La mia opinione è che quello che venivano ricevuti comunicazioni a terra o da velivoli tipo aerei e che venivano erroneamente interpretati come comunicazioni provenienti dallo spazio. Bisogna tener presente che all'epoca la maggior parte delle comunicazioni avvenivano a meno di quelle amatoriali o comunque ricevibili con apparati amatoriali. Avveniva in banda VHF a una frequenza piuttosto bassa sotto i 30 megahertz, in cui l'atmosfera riflette molto bene le onde radio, il che è un grosso vantaggio perché si riesce a sentire molto lontano, perché le onde radio possono rimbalzare più volte tra la terra e il cielo.
Ma d'altro canto, ed è complicato capire quale sia esattamente la fonte, cioè se la fonte sia dalla terra o dal cielo, e quindi quando si vengono, quando si ricevono delle comunicazioni parlate già in una lingua che magari non conosce. Russo estremamente rumorose, disturbate, in cui si capiscono poche parole, è molto facile interpretare in modo scorretto quello che quello che si sente o si innesca. Un fenomeno chiamato pareidolia, in cui il nostro cervello interpreta dei rumori totalmente casuali come parole note e quindi questo dà luogo molto spesso detto con totali fraintendimenti. Io ho provato anche a mettermi nei panni dei fratelli Judica e degli altri radioamatori dell'epoca, che magari ragazzi poco più che maggiorenni si trovavano la casa invasa da giornalisti da tutto il mondo che erano lì, che pendevano dalle loro labbra e volevano assolutamente sapere le novità, perché dalla parte sovietica non non arrivava nulla e quindi è chiaro che quando sei sotto questa fortissima pressione psicologica è sufficiente anche riceve poche parole, di cui si capisce quasi nulla e finirai per interpretare in modo totalmente sbagliato. È quasi un paradosso che il vero complotto russo, che fu quello di tenere nascosto il fatto che avevano cercato di andare sulla Luna e non c'erano riusciti. E poi invece un complotto che diciamo è poco noto al grande pubblico, molto meno. Alto di quanto non fosse invece la leggenda dei cosmonauti perduti, che invece questa è una bufala.

Ancora oggi non conosciamo la verità.
Sappiamo sicuramente che terribili incidenti hanno caratterizzato la corsa allo spazio e molti uomini hanno perso la vita. Sia americani che sovietici.
La conquista dello spazio è stata una sfida ai limiti dell’uomo.
Una strada impervia e pericolosa.

Per aspera ad astra, dicevano i latini.
Attraverso le difficoltà si giunge alle stelle.